Aprile 23, 2025

Case File NX057 - A. Neri Anomalia energetica

"Pronto, il signor Neri?"
"Non compro nulla, non mi interessano le offerte di telefonia, contratti del gas, depuratori o sondaggi."
Ma non ho riattaccato. Non so perché. L'uomo dall'altra parte ha la sicurezza di chi è abituato a farsi ascoltare. Non è la tiritera che inizia a sciorinare a fermarmi, ma la voce: il timbro morbido e setoso non ha nulla a che vedere con gli annoiati telefonisti di un call center.
"Non devo venderle nessun asino con le ali, signor Neri, e se ne avessi uno non avrebbe abbastanza credito per reclamarlo. Questa è una telefonata del centro di sicurezza e depurazione. Abbiamo motivo di credere che lei, sia entrato in contatto con una partita di funghi contaminati, l'ultima volta che si è recato Alla Griglia."
Aspetta. Io conosco quel ristorante. Ci sono andato. Ma può anche spiattellarmi tutto quello che ho ordinato due settimane fa per telefono, sento che c'è qualcosa di terribilmente storto, e non so spiegarmi il perché della mia diffidenza. Forse è proprio quella voce suadente che fa di tutto per mettermi a mio agio, ed è ad un passo dallo riuscirci, maledizione.
"Verranno dei nostri agenti per un check up completo. Se vuole essere così cortese da farli entrare, provvederemo in breve tempo agli esami necessari."
Eh no. Ne so abbastanza per sapere che non è così che funziona.
Se avessi mangiato dei funghi velenosi, starei già male da un pezzo. Contaminati, dice, ma contaminati da cosa? Non sono il primo idiota che passa, e la mia laurea in biologia potrei anche sbattergliela sotto il naso se solo servisse minimamente a qualcosa.
"Come finisce questa truffa? - esclamo, con voce alterata - Con un santone che mi salva da una malattia immaginaria? O la mia casa svaligiata e la mia testa stordita per troppo etere sotto il mio naso?" chiudo il telefono di scatto.
Il cellulare torna a squillare dopo qualche istante. Numero privato, esattamente come prima, e non ho alcuna intenzione di rispondere.
Questo accadeva tre giorni fa. Tre giorni di merda, con il microonde andato in corto e cinque lampadine bruciate una dopo l'altra. Filamento a lunga durata il naso di mia nonna. Non parliamo del condizionatore, e proprio nella settimana più afosa di luglio.
Stavo per salire in macchina, per andare al lavoro, un sacco sulla testa, e via, rapito come in un film di quart'ordine. Ho perso i sensi, e quando mi sono svegliato, ero in una fottuta ghiacciaia. Solo una porta con serratura elettronica, un altoparlante, e i pezzi di ghiaccio che pendevano dalle pareti.
"Era stato avvertito signor Neri. La sua situazione è pericolosa, non solo per lei, ma anche per chi le sta intorno. Siamo costretti a tenerla sotto custodia, sino a quando non verrà a più miti consigli."
Urlare verso un altoparlante, non è la cosa più saggia da fare. Provare a forzare la porta non molto più intelligente, ma almeno potrebbe portare a dei risultati.
E poi? Dall'altra parte? Cosa pensi di ottenere? Non sapevo cosa mi aspettava fuori da quella ghiacciaia, e potevo scommetterci: la risposta non mi sarebbe piaciuta. Per la prima volta nella mia vita ero grato al dress code del mio ufficio. Giacca e cravatta non saranno l'abbigliamento ideale per un tentativo di evasione, ma tenevano sempre più caldo di una maglietta estiva.
"Che cosa volete, da me? Un riscatto? O cosa? Dannazione, a che gioco state giocando? Qui dentro cadono uccelli morti!"
Fa freddo, troppo freddo. Do alcuni pugni all'aria, solo per riscaldarmi.
Sono davvero soldi quelli che vogliono spillarmi, o sono finito nelle mani in gruppo di psicotici? Con la mia vita grigia e monotona, non penso di avere mai fatto nulla per meritare un trattamento alla Saw. Troppo noioso, troppo… freddo.
Il freddo non era dovuto solo al termostato. Il freddo era paura. E poi il fuoco. Le linee di energia si sono fatte chiare davanti ai miei occhi, tangibili come il muro o le mie stesse mani. Potevo sfiorarle, manipolarle… Il congegno elettronico che chiudeva la porta, l'ho visto esplodere in risposta alla mia rabbia.
E la porta si è aperta, cigolando. Mi sono precipitato fuori, tremante per il freddo. Cercando un'arma con cui difendermi. Sapevo che ero stato io. Sapevo che ero stato io a fare quella cosa. E il pensiero mi faceva impazzire.
"Spero che la gravità della situazione inizi a palesarsi ai suoi occhi, signor Neri. O posso chiamarla Alessio?" Di nuovo quella voce, ma stavolta un uomo in carne ed ossa, che mi fissava tranquillo. Per un attimo ho visto il barlume di una fiamma sulla sua mano. Una dimostrazione pratica per il mio scetticismo.
"Che cosa volete da me, maledizione! Questa farsa… a cosa dovrebbe portare?"
"Se può dedicarci un poco del suo tempo, vedremo di spiegarle ogni cosa."
E d'altro canto, sono un ricercatore. Non posso fuggire da qualcosa che non capisco, nemmeno se me lo permettessero. Non posso fuggire, anche se una parte di me vorrebbe dannatamente farlo.
"Vediamo cosa volete vendermi. - dico in un sospiro - E non dite che non volete farlo, perché a certe balle io non intendo credere."
"E' vero. Si vende sempre qualcosa. Ma in questo caso la merce di scambio è la sua sopravvivenza.”
Una minaccia?
No, un dato statistico.
Digrigno leggermente i denti. Per un attimo rivedo le linee di fuoco. E l'uomo ne è pieno. Mi copro gli occhi per istinto.
Vediamo di non diventare solo un numero nel vostro archivio.” borbotto.
Per quello… temo sia già troppo tardi.

Autore: Egle Rizzo

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